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San Giovanni Bosco


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Martellare una suola e maneggiare la lesina

Nell'autunno del 1853 don Bosco rompe gli indugi e inizia nell'Oratorio di Valdocco i laboratori dei calzolai e dei sarti. Quello dei calzolai è piazzato in un locale strettissimo, accanto al campanile della prima chiesa che ha appena costruito. Don Bosco si siede a un deschetto, e davanti a quattro ragazzini martella una suola. Poi insegna a maneggiare la lesina e lo spago impeciato.

Dopo i calzolai e i sarti vengono i legatori, i falegnami, i tipografi, i meccanici. Sei laboratori in cui i posti privilegiati sono per «gli orfani, i ragazzi totalmente poveri e abbandonati». Per questi suoi laboratori, che presto trapianta in altre opere salesiane fuori Torino, don Bosco «inventa» un nuovo genere di religiosi: i coadiutori salesiani. Di uguale dignità e diritti dei preti e chierici, ma specializzati per le scuole professionali. (Alla morte di don Bosco, le scuole professionali salesiane saranno 14, distribuite in Italia, Francia, Spagna e Argentina. Cresceranno fino a toccare il numero di 200, sparse nel mondo).