San Giovanni Bosco
Parola d'ordine: Subito
Nel dialogo tra don Bosco e il primo ragazzo immigrato (I'ha lasciato scritto lui stesso) c'è la parola «subito». Sembra una parola come tante altre, invece diventa la parola d'ordine di don Bosco, tirato dentro l'azione dall'urgenza, dall'impossibilità di aspettare. Nell'incertezza della prima rivoluzione industriale, nell'impossibilità di trovare belli e fatti piani e programmi di azione, don Bosco e i primi Salesiani gettano tutte le loro energie per fare «subito» qualcosa per i ragazzi in difficoltà. Sono le necessità urgenti dei giovani che dettano loro i programmi di azione.
I ragazzi hanno bisogno di una scuola e di un lavoro che aprano loro un avvenire più sicuro; hanno bisogno di poter essere ragazzi, cioè di scatenare la loro voglia di correre e saltare in spazi verdi, senza intristire sui marciapiedi; hanno bisogno di incontrarsi con Dio, per scoprire e realizzare la loro dignità. Pane, catechismo, istruzione professionale, mestiere protetto da un buon contratto di lavoro diventano quindi le «cose» che don Bosco e i Salesiani danno con urgenza ai giovani. «Se incontri uno che muore di fame, invece di dargli un pesce insegnagli a pescare», è stato detto giustamente. Ma è anche vero il rovescio della frase: «Se incontri uno che muore di fame, dagli un pesce, perché abbia il tempo di imparare a pescare». Non basta il «subito», l'intervento immediato, ma non basta nemmeno «preparare un futuro diverso», perché intanto i poveri muoiono di miseria.